L’uomo che inventò il #web senza saperlo

Venticinque anni (e mezzo) e non dimostrarli. Oggi, 7 febbraio, il mondo celebra il Safer Internet Day, la giornata per la sicurezza in Rete e così “tera” di consigli rivolti alla “generazione Z” su come utilizzare internet in modo consapevole faranno il giro del web. Cos’è la “generazione Z”? Quella dei venticinquenni, tutti quei ragazzi che hanno avuto la ventura di nascere dopo il 1991, quando Tim Berners-Lee pubblica la prima pagina web online.

Faccia da saggio soddisfatto di sé (e ci mancherebbe!) resa celebre da numerose campagne pubblicitarie, Tim Berners-Lee è per tutti l’inventore di Internet. Eppure, tra i pionieri del web, merita un posto speciale anche un avvocato belga vissuto tra Otto e Novecento: Paul Otlet.

Nato a Bruxelles nel 1868, avviato ben presto alla carriera forense, Paul Otlet invece che dai codici era ossessionato dalle bibliografie. Secondo lui tutte le informazioni avrebbero dovuto essere organizzate per essere trovate “on demand” quando necessario. I volumi di diritto, tanto per fare un esempio, erano disordinati e arbitrari. Meglio raccogliere le informazioni contenute nei libri in tante schede o “pacchetti” a loro volta redatti in modo da permettere riferimenti incrociati o essere richiamati in modo automatico. Animato da tale tassonomico fervore ideò insieme a Henri la Fontaine, futuro Nobel per la Pace nel 1913, quello che ancora oggi è il formato standard di classificazione universale decimale, applicabile a qualsiasi tipo di documento o supporto (libro, filmato, foto, manufatti, giornali).

La sua ambizione era quella di dar vita a una “bibliografia universale”. Impresa che tenacia, intelligenza e follia gli permisero di coronare nel “Mundaneum”, il “palazzo universale della conoscenza”, una specie di internet analogica che aprì i battenti nel 1920 presso il Palais de Cinquantenaire di Bruxelles. Il Mundaneum divenne ben presto il punto di riferimento mondiale per ottenere documentazione a pagamento: bastava mandare un telegramma per avere informazioni pertinenti. Si era avvisati “quando a una richiesta potevano corrispondere più di 50 risultati”.

Con in pancia più di 15 milioni di documenti, Otlet provò a cercare una nuova sede per il suo “palazzo della conoscenza”, ricevette anche un progetto da Le Corbusier, ma prima la crisi degli anni Trenta e poi l’invasione nazista tarparono le ali della sua progettualità visionaria. Ma i suoi sogni non smisero di volare: “Sarà realizzata una rete globale in cui tutto sarà registrato a distanza nel momento in cui viene prodotto. Da lontano chiunque potrà leggere un testo in forma espansa o limitata. Così chiunque dalla propria poltrona potrà contemplare qualunque creazione o le sue parti”. Non stupisce se Robert Cailliau, che il web lo ha progettato per davvero, abbia scritto che “l’idea del world wibe web germinò nella mente di Paul Oltet”.

Il fatto è che questo avvocato mancato parlava del web ma era nato troppo presto per potersene rendere conto.
CF

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