Innovazione e finanziamenti Ue: ecco i 6 epic fail delle imprese italiane

Sono 6 gli epic fail commessi dalle imprese italiane che condannano alla bocciatura le domande di accesso ai finanziamenti per l’innovazione previsti dal Programma Quadro Horizon2020:

1.         Focus eccessivo sul progetto anziché sull’opportunità di business;

2.         Presentazioni delle aziende scarsamente attraenti;

3.         Assenza di informazioni relative alla concorrenza;

4.         Scarso livello di innovazione del progetto che spesso mira a sviluppare prodotti già esistenti;

5.         Assenza di riferimenti alla fase di commercializzazione dei progetti;

6.         Domande senza requisiti, presentate semplicemente per “tentare la fortuna”.

È quanto emerso nel corso dell’incontro “Sme Instrument & Fast Track to Innovation”, promosso dal Distretto Tecnologico Campania Bioscience in collaborazione con Apre Campania, Confindustria Campania e Unione Industriali di Napoli.

Sono soprattutto le imprese del Mezzogiorno a presentare la più elevata percentuale di fallimento, come dimostra l’analisi dei dati relativi ai finanziamenti per le call 2014 dello SME Instrument, lo strumento dedicato alle PMI che sviluppano innovazione (di prodotto, di servizio, di processo e di business model) al fine di guadagnare competitività sui mercati nazionali e internazionali.

L’Italia, con 59 imprese beneficiarie per la sola Fase 1 dello SME Instrument, tuttavia, è seconda in Europa dopo la Spagna (72) per numero di domande approvate. Le domande complessive presentate dalle aziende italiane superano quota 800.

Delle 59 aziende beneficiarie, solo tre hanno sede nelle regioni Meridionali (1 Puglia, 1 Sicilia, 1 Sardegna). In Campania le domande presentate e non accolte sono state oltre 46, Puglia e Sicilia – che possono vantare un progetto approvato – ne hanno presentate rispettivamente oltre 24 e 28.

Tre  su oltre 155 domande presentate – sono i progetti beneficiari di finanziamenti per la Fase 2 dello SME Instrument. Tutti presentati da regioni settentrionali.

L’incontro, promosso dal Distretto Campania Bioscience, ha offerto l’occasione per fare il punto sulle opportunità previste dai nuovi strumenti finanziari dell’Unione europea a sostegno dell’innovazione di PMI e Grandi Imprese, sugli errori da evitare in fase di presentazione delle domande di finanziamento e sulle opportunità di affiancamento per le imprese interessate a partecipare ai bandi europei.

“Tra gli obiettivi del Distretto – spiega Mario De Rosa, presidente Campania Bioscience – c’è proprio quello di dotare i nostri soci di strumenti validi per cogliere al meglio le occasioni di crescita provenienti dall’Unione europea.

Solo in questo modo, infatti, potremo affermarci quale punto di riferimento operativo e competente per le imprese, i centri di ricerca e le università che hanno scelto di scommettere su innovazione e collaborazione per favorire la crescita del territorio”.

“I dati relativi ai beneficiari 2014 della Fase 1 dello SME Instrument – dice Amleto D’Agostino, Direttore Campania Bioscience – non rendono giustizia al potenziale delle imprese campane e meridionali. Sono numerose le aziende impegnate su progetti fortemente innovativi, che purtroppo spesso si imbattono in limiti strutturali dettati soprattutto dalle ridotte dimensioni aziendali.

Per questi motivi abbiamo considerato indispensabile supportare i nostri soci con attività di affiancamento che consentano di superare queste criticità e di valorizzare e orientare al mercato le loro competenze e il loro know-how”.

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