È POSSIBILE PREVENIRE TUMORI E ALTRE MALATTIE ATTRAVERSO UNA SANA ALIMENTAZIONE E UN CORRETTO STILE DI VITA? E’ IL TEMA DEL QUARTO APPUNTAMENTO DI MONDO DONNA, LA RASSEGNA SUI “FALSI MITI” DELLA CLINICA MEDITERRANEA

L’incontro, dal titolo “Il mito della prevenzione: quale stile di vita ed alimentazione?”, è in programma mercoledì 13 gennaio alle ore 17

Napoli, 11 gennaio 2016 – Quanto vale uno stile di vita sano ed una corretta alimentazione per tutelate la salute? A volte la stessa vita!

Esistono “diete miracolose” o semplicemente consigli essenziali basati sull’evidenza scientifica? Come si orienta la ricerca sul rapporto tra alimentazione e cancro e cosa sappiamo? Le raccomandazioni per la prevenzione valgono anche per curare il cancro? Quanto vale associare ad una adeguata alimentazione un’opportuna attività fisica?

A queste e altre domande si cercherà di dare risposta mercoledì 13 gennaio alle ore 17 alla Clinica Mediterranea di Napoli nel corso de Il mito della prevenzione: quale stile di vita ed alimentazione?, il quarto appuntamento di ‘Mondo Donna’, la rassegna ideata e promossa dall’Amministratore Delegato Celeste Condorelli. Gli incontri sono dedicati ai “falsi miti” legati ai grandi temi dell’universo femminile e della salute della famiglia in generale.

Interverranno:

Maria Santucci de Magistris, nutrizionista responsabile Progetto DIANA-Napoli, AOU Federico II Napoli

Salvatore Panico, Professore Associato di Medicina interna Università Federico II – Napoli

Ferdinando Riccardi, Oncologo Ospedale Cardarelli – Napoli

Sabina Sieri, componente del Direttivo SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana)

Carlo Vigorito
, Direttore Riabilitazione Cardiologica AOU Federico II – Napoli

Modera Rosalba Rossano Tufano, Professore Ordinario Università Federico II Napoli

“E’ costante nell’informazione quotidiana che riceviamo – spiega Celeste Condorelli – una notizia su una dieta che ci fa star bene o male, un cibo che ci può salvare la vita o farci ammalare lentamente. Il sovrapporsi di queste informazioni confonde le nostre idee, per questo mercoledì 13 gennaio saranno con noi ricercatori, docenti universitari, oncologi e nutrizionisti che ci aiuteranno a fare chiarezza su questo tema ed avere così un’informazione sicura e controllata.”

Eppure la ricerca scientifica indipendente fornisce le tracce da seguire. In un Paese dove la pasta (alimento a basso indice glicemico, in grado di tenere sotto freno la produzione troppo veloce ed intensa di insulina dopo il pasto) condivide col pane (ad alto indice glicemico, incapace di porre quel freno) il ruolo di maggior contributore all’apporto di carboidrati è stato per la prima volta suggerito nell’ambito di un grande progetto su alimentazione e malattie croniche (EPIC-Italia) il ruolo dell’indice glicemico come causa non solo dei tumori, ma anche dell’infarto del miocardio e dell’ ictus: sono solo i carboidrati ad alto indice glicemico, cioè quelli che più velocemente e maggiormente innalzano la glicemia, ad essere associati ad un maggior rischio fin quasi a raddoppiarlo. E’ dunque a partire da qui che è possibile costruire una dieta sana per la prevenzione delle malattie di maggior impatto sociale.

“La dieta mediterranea – spiega Salvatore Panico, responsabile per Napoli del progetto di ricerca “Diana 5”, il primo progetto europeo sull’efficacia delle indicazioni alimentari, e Professore Associato di Medicina interna all’Università Federico II di Napoli – caratterizzata da un alto consumo di frutta, verdura e legumi, ricchi in fibra, e da un alto consumo di pasta (fonte di carboidrati a basso indice glicemico), è un modo di mangiare assolutamente di riferimento. La vera novità dunque non sono le diete miracolose, ma la ripresa di alcune delle nostre tradizioni alimentari opportunamente rivisitate nel contesto della moderna disponibilità degli alimenti, che possono ridurre il rischio di metastasi e recidive fino al 25% in 3-5 anni”.

I NUMERI

Epic (European prospective investigation into cancer and nutrition) è il più grande studio collaborativo europeo di popolazione.

9 i Paesi europei coinvolti e 15 i centri di ricerca di eccellenza che collaborano per studiare le relazioni tra alimentazione, stili di vita e stato di salute.

500 mila gli europei (uomini e donne) messi sotto osservazione da oltre 15 anni. Le conoscenze su alimentazione e tumori che ne sono derivate hanno permesso di consolidare l’identificazione di semplici regole di comportamento trasferibili nella nostre comunità e di aprire nuove frontiere conoscitive sull’interazione tra stile di vita e assetti genetici.

Tra i centri di ricerca associati ad Epic uno è presente anche a Napoli, presso l’Ateneo Federico II, coordinato dal Prof. Salvatore Panico.

L’evidenza scientifica sui rapporti tra abitudini alimentari e tumori fortemente sostenuta dai risultati dello studio Epic ha contribuito anche a consolidare la possibilità di contribuire alla cura di tumori frequenti (come la mammella e il colon) attraverso la strutturazione di uno stile di vita, associato a sane abitudini alimentari e all’abbandono della sedentarietà.

In particolare, per quanto riguarda la mammella, da oltre 15 anni, si conducono studi per dimostrare quali stili alimentari riducono il quadro ormonale di rischio per i tumore della mammella e modificano favorevolmente le condizioni biologiche e metaboliche legate alla sindrome metabolica (Progetto Diana).

Per il progetto Diana in vari centri italiani sono state esaminate 2000 donne divise in due gruppi da 1000 componenti ciascuno. Ad un primo gruppo sono state date generiche indicazioni sull’opportunità di seguire una dieta alimentare redatta dal World Cancer Research Fund International. Il secondo gruppo è stato invece sottoposto ad un trattamento intensivo,  con ricette a base di alimenti che nel progetto Diana si definiscono come i ‘pilastri’: cereali, vegetali, legumi, frutta e pesce. Dopo 5 anni di sperimentazione si è osservato che le donne che seguono questo regime alimentare riducono di oltre il 20 per cento la prognosi per metastasi e recidiva tumorale.

Alla base di questi risultati incoraggianti c’è il fatto, ormai accertato da tempo, che cereali, verdure e pesce non favorirebbero fattori di rischio tipici della sindrome metabolica, come il diabete, l’ictus, l’infarto e i tumori.

 

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